Nessun laccio, nessun giogo.

me

Guardati.
Sei così imperfetta.
Nessun altro potrebbe apprezzarti. Desiderarti. Amarti.
Guardati.
Nessuno è intorno a te.
Ci sono solo io, con la mia infinita gentilezza nei tuoi confronti.
Non sei che un uccellino caduto troppo in fretta dal nido. Eri impaziente di volare e ora zoppichi appena.
Guardati.
Traballi su quei tacchi, ma dovresti proprio tornare a cambiarti.
Non sei abbastanza. Non sei mai abbastanza.
Occupi così tanto posto con i tuoi trentotto chili.
Dovresti essere più bella.
Più carina con me.
Più obbediente.
Guardati.
Mi vergogno di te.
Sei così piccola e fragile.
Così sola e impotente.

Guardami.
Sono come sono. Niente di più. Niente di meno.
Ho imparato che senza l’amore per se stessi si è incapaci di amare ed essere amati. Devo essere io la prima a volermi davvero bene.
Degli altri mi importa il giusto; spero che imparino ad accettarmi per come sono.
Guardami.
Sto bene da sola e in compagnia, perché ho fatto pace con me stessa. Con la mia luce e con la mia tenebra.
Ti ho allontanato fuggendo da un fuoco pernicioso, distruttivo. Non c’era amore o passione nel tuo sguardo, ma solo rabbia e voglia di far male.
La mia zampetta è guarita dopo la caduta dall’albero. Adesso le mie ali sono più forti e riesco a volare e a planare, a poggiarmi sull’acqua o sul ramo di un albero. Ho sofferto e faticato, ma ora sono più forte.
Guardami.
Indosso le scarpe che voglio e i vestiti con cui mi sento a mio agio. Non sono elegante, ma in jeans e maglietta. Eppure, finalmente, mi sento meglio.
Potrei fare di più, forse. Potrei fare qualcosa di diverso. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo e questo mi rende felice.
Il peso ogni tanto vacilla, eppure mi sono scoperta golosa di vita.
Vorrei proprio tingermi i capelli e, forse, lo farò.
Per il resto penso che ci siamo.
Anche se ho il naso storto, gli occhi all’ingiù e sono piatta come una tavola da surf.
Prendo tempo per me e per le cose che amo fare: scrivere mi ha salvata. La penna è la mia amica più fidata.
Guardami.
Ti perdono per il male che mi hai fatto. Forse anche tu avresti bisogno d’aiuto. Mi perdono per il male che ti ho concesso di farmi, perché, adesso, finalmente respiro.
Io sono un piccolo vulcano di idee ed energie.
Il mio cuore trabocca di vita.

 

 

 

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